Allargamento ad Est: prospettive e problemi

.: rassegna stampa

Il Friuli Venezia Giulia apre alla Slovenia

TRIESTE – Il Friuli Venezia Giulia sarà la regione più direttamente interessata all’allargamento dell’Unione europea anche nel mercato del lavoro, in particolare per la vicina Slovenia. <> afferma l’Assessore Regionale al Lavoro, Giorgio Venier Romano. Il problema vero, secondo molti osservatori, non è tanto l’apertura delle frontiere quanto il fatto che al momento anche per gli sloveni si prevede una moratoria di cinque anni più due dopo l’adesione. < Tanto più che da un lato le imprese della Regione hanno disperato bisogno di manodopera e le quote assegnate al Friuli Venezia Giulia dalla legge Bossi-Fini (quest’anno 3mila permessi) sono nettamente insufficienti. <>, dice Benoit Hamende, ricercatore dell’Isdee che nei giorni scorsi – durante un dibattito organizzato da DialoghiEuropei – ha presentato uno studio sull’impatto dell’adesione della Slovenia sul confine orientale.
Neanche sul fronte sindacale sembrano esserci timori. <> sottolinea Roberto Treu, coordinatore europeo dei Consigli sindacali interregionali. I disoccupati sloveni infatti sono solo il 6,3% della forza lavoro e sembra dunque improbabile che dopo l’adesione vi siano emigrazioni di grossa portata. <> sostiene Treu.
Il vero problema, secondo la maggior parte degli osservatori, riguarderà la perdita di posti di lavoro nei servizi transfrontalieri. Secondo un’indagine dell’Associazione degli Spedizionieri Doganali del Friuli Venezia Giulia l’allargamento comporterà una riduzione delle operazioni in importazione ed esportazione oscillante dal 35% all’86% a seconda dell’ubicazione delle singole sezioni doganali (Trieste, Gorizia e Pon

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