Auto, vendite crollate del 17 per cento

.: rassegna stampa

Un quadro molto serio emerge dalla riunione tra la Provincia, il Consorzio dei concessionari e i sindacati
Auto, vendite crollate del 17 per cento
La situazione è aggravata da fattori locali: pochi parcheggi e traffico caotico
Un quadro molto serio, che fa nutrire forti preoccupazioni. E’ quello delle vendite di automobili nella nostra provincia, scese addirittura del 17%, quando il dato nazionale parla di una flessione dell’11%.
Per una volta sindacati e imprenditori, in questo caso i concessionari, sono d’accordo. E’ accaduto ieri nella sede della Provincia, al tavolo presieduto dall’assessore alle Politiche del lavoro, Guido Galetto.
«Abbiamo chiesto questo incontro – ha spiegato Adriano Sincovich (Cgil) – perchè le notizie sul mercato automobilistico locale ci fanno parlare di crisi vera e propria. Fra licenziamenti in corso e quelli richiesti, il settore ha già perduto un centinaio di occupati. Notizie informali parlano di nuove procedure di mobilità. Si va verso uno stato di crisi progressivo e permanente».
Livio Palaskov, presidente del Consorzio concessionari (sedici aziende con oltre 500 dipendenti), presente assieme ad alcuni colleghi, ha evidenziato fattori locali che aggravano una crisi più generale: traffico caotico, carenza di parcheggi, livelli di inquinamento. «Misure come il blocco del traffico o il centro chiuso – ha sottolineato – peggiorano una situazione del mercato in cui fusioni tra le case automobilistiche hanno fatto sì che alcune concessionarie non avessero più ragione di esistere».
A fornire alcuni preoccupanti dati è stato Igor Lucioli, che ha ricordato come a Trieste le nuove immatricolazioni, nel periodo gennaio-agosto 2002, siano scese a 5878 rispetto alle 7031 dello stesso arco di tempo nel 2001. «La proiezione su base annua – ha spiegato Lucioli – parla di 8000-8200 immatricolazioni contro le 10 mila del 2001. Aziende che perdono il 10% del fatturato si trovano già in gravissima difficoltà. Con queste diminuzioni, la situazione è drammatica. E’ molto difficile tenere in piedi le aziende».
In sostanza, oggi si immatricolano poco più di 650 vetture al mese, contro le mille di una decina di anni fa. E mentre le «vecchia» rottamazione aveva funzionato bene, i recenti contributi si stanno rivelando, secondo gli addetti ai lavori, un buco nell’acqua.
Sempre secondo Lucioli c’è poi il «fattore Trieste», determinato dalle caratteristiche della provincia, dove si vendono prevalentemente auto dei segmenti bassi, sui quali i concessionari hanno margini di guadagno minimi. «Certe auto usate – ha proseguito Lucioli – sono poi invendibili perchè, mancando una provincia estesa, non c’è quella fascia di clientela, come nella Bassa friulana

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