Cambio della merce, ecco quando è doveroso o solo possibile

Cambio della merce? Sì, ma non sempre e comunque.

Un argomento sempreverde questo, anche considerato il recente avvio dei “Saldi”, sul quale si sono confrontati l’Associazione Commercianti al Dettaglio di Confcommercio e l’Organizzazione Tutela dei Consumatori (OTC) del Friuli Venezia Giulia. Obiettivo condiviso è garantire, ciascuno dei due interlocutori nell’ambito delle proprie finalità, il rispetto delle disposizioni di legge vigenti in materia.

“Si tratta di un tema - spiega Mauro Di Ilio, presidente di ACD – che, talvolta, è oggetto di questioni tra negoziante e cliente, con strascichi magari di polemica che non hanno però ragion di essere. Entrambi, commerciante ed utente, hanno infatti diritti e doveri, chiaramente regolati dal Codice del Consumo che disciplina la materia”.

In sintesi, il provvedimento stabilisce che, rimedi quali la riparazione, che restituisca integralmente la conformità del prodotto o la sostituzione del medesimo, con uno identico o un altro di pari valore, possono essere richiesti in caso di vizi di conformità del bene a patto che, tali difetti, non fossero palesi al momento dell’acquisto.

Diritto del consumatore è richiedere allora o il rimborso di quanto speso (vizio grave) o una congrua diminuzione dello stesso (vizio lieve), quando i rimedi risultino essere impossibili da attuare, eccessivamente onerosi, effettuati entro termini non congrui o con notevoli disagi per l’acquirente.

Il venditore è responsabile nei confronti del consumatore quando il difetto di conformità si manifesta entro il termine di due anni dalla consegna del bene mentre, il cliente, per potersi avvalere i suoi diritti, ha tempo due mesi dalla scoperta del vizio per denunciare il difetto.

“Diverso è il discorso - sottolinea Di Ilio - quando, in assenza di tali difetti, viene comunque richiesto un cambio da parte del cliente che, appunto, lo può domandare, non pretendere. Un mutamento repentino del parere su quanto comperato, errori di taglia, colore scoperto ”impossibile”, non rientrano in alcun modo nei vizi e, la soddisfazione alla richiesta avanzata, è demandata esclusivamente alla cortesia del singolo negoziante. Va detto - conclude Di Ilio – che situazioni di questo genere possono sempre verificarsi, ma è certo che la crescita della professionalità dei negozianti, anche grazie alla loro costante formazione, sta riducendo alquanto il verificarsi di questi episodi”.

“Rispetto a neppure troppi anni fa – spiega quindi da parte sua Luisa Nemez, presidente dell’OTC – va detto che, i casi del contendere, sono un po’ diminuiti per diversi fattori.

A ciò hanno contribuito il crescente controllo sui prodotti, il miglioramento della professionalità di buona parte degli operatori commerciali ed anche la maggiore consapevolezza acquisita, da parte dei consumatori, dei loro diritti. Un patrimonio di conoscenze - conclude Nemez - che anche l’OTC ha contribuito a sviluppare, attraverso la proposta di varie iniziative alcune delle quali sono state peraltro attuate anche in collaborazione con la stessa Confcommercio provinciale”.