Centri Commerciali: le decisioni del Consiglio Regionale

Via libera ai centri commerciali

UDINE. Il via libera al centro commerciale La Rotonda di Fiume veneto (22 voti favorevoli e 18 contrari) scuote i lavori del consiglio regionale e spacca la Cdl. L'assessore regionale Dressi getta acqua sul fuoco delle polemiche e dice che è stata fatta pulizia" all'interno delle interpretazioni normative. Resta comuque il fatto che un'altra decina di centri, le cui domande di apertura erano state presentate prima del luglio scorso, potranno trovare adesso disco verde. Passa, dunque, la norma sul centro commerciale di Fiume Veneto, il famoso "secondo comma" dell'assessore Sergio Dressi. E a votarlo c'è anche la vicepresidente della Giunta regionale e adesso candidata alla presidenza per la Casa delle libertà, Alessandra Guerra, che in più sedi aveva, invece, promesso di bloccarlo.
La cosa suscita vivaci polemiche nelle opposizioni. «La Guerra ha mentito. Ora lo sanno tutti i cittadini che in diretta tv l'hanno sentita dire che le proposte di Dressi erano sbagliate e che avrebbe bloccato la norma che apre la politica del supermercato selvaggio. La bugia è durata solo tre giorni», nota in un comunicato Nevio Alzetta (Ds). «La Guerra, Dressi, Gottardi, Dal Mas e Zoppolato hanno votato a favore delle norme che massacrano la piccola distribuzione, mentre l'assessore Ciriani si è pilatescamente astenuto».
«La norma è stata oggetto di un'approfondita riunione di maggioranza, in cui si è rilevato che quel comma ripristinava condizioni di legittimità all'azione regionale», spiega invece Roberto Molinaro (Udc). «Domani sarà spiegata alle categorie che hanno preso posizione al di là della portata della norma stessa».
L'assesore regionale Sergio Dressi commenta così: «La sostanza della questione è che c'era esistevano problemi di ordine legale, legittimità ed equità. Problemi che si erano determinati negli ultimi anni con un'applicazione non omogenea dell'articolo 114 della legge 13 del '98. In sostanza era avvenuto che gli uffici regionali per un periodo avevano esaminato le domande in base a un certo criterio. Poi, quando si erano aperte le questioni di Fiume Veneto gli uffici avevano prima dato parere favorevole all'autorizzazione e poi con approfondimento successivo avevano dato parere contrario».
«Era emerso – insiste Dressi – che l'approfondimento avrebbe determinato o il diniego o il rilascio di alcune autorizzazioni già rilasciate o già negate. Tutto questo in funzione del fatto che il 114 era stato non letto nelle essenzialità della sua formulazione. Tuttavia, la Pianificazione territoriale era andata oltre lo spirito della norma interprentandola in un certo modo».
Infine, Dressi ricorda che il 114 è stato abrogato per cui nessun Comune si può richiamare a questo articolo: «questa norma di applicazioine del 114 però determina la sua influenza sulle procedure già in corso prima del luglio dello scorso anno». Ciò significa che le doman"

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