Commercio: bilancio 2002

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2002: anno da dimenticare per il commercio

Il Centro Studi di Confcommercio ha tracciato una sorta di bilancio del settore del commercio nel 2002. Si tratta purtroppo di un bilancio negativo: nell’anno appena terminato a fronte di 91.808 imprese iscritte ne sono cessate 95.349, con un saldo di - 3.541. Secondo il Centro Studi la situazione è preoccupante, “in quanto siamo in presenza di uno stock di cancellazioni molto elevato che ha poi determinato saldi negativi sia nel comparto del commercio all’ingrosso e degli intermediari (-1.436), sia nel comparto delle manutenzioni e riparazioni di autoveicoli (-2.107), mentre nel settore al dettaglio il saldo è stato lievemente positivo, ma solo per poche unità (29) essendo comunque rilevante il numero delle cancellazioni (54.191) ”. “Certamente – precisa il Centro Studi - quando si parla di cancellazioni, occorre tener ben presente che si tratta di cessazioni amministrative che se per buona parte corrispondono ad una chiusura effettiva di una attività produttiva per altro riflettono anche i passaggi obbligati che alcune imprese fanno per avviare una trasformazione tecnico-giuridica verso forme organizzative più complesse”. Per il Centro Studi, anche l’andamento fiacco dei consumi “ha accentuato i processi di ristrutturazione in tutte le componenti della filiera, dall’ingrosso fino alla distribuzione finale e ha spinto alla chiusura di numerose aziende, ormai fuori mercato o interessate da processi di cancellazione”. In questo quadro a tinte fosche ci sono anche degli aspetti positivi. Ad esempio, come sottolinea il Centro Studi, c’è da registrare la capacità del settore di attrarre nuovi investimenti come sta ad indicare “la costante diffusione di nuove imprese che rappresentano, soprattutto nel non alimentare, una modalità per concretizzare un’opportunità di lavoro”. Ma la vera novità, è la crescita imprenditoriale del Mezzogiorno che registra più iscrizioni di nuove imprese (25.058 nel dettaglio) rispetto alle cessazioni (20.518) con un andamento che si distanzia dal Centro-Nord dove il sistema delle imprese commerciali è sottoposto “a maggiori tensioni competitive con indubbie conseguenze negative sulla tenuta di molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni”. Un’altra novità che emerge dai dati del Centro Studi, arriva dalla presenza, per la prima volta in modo massiccio, della presenza di cittadini extracomunitari come titolari di imprese. “Nel settore del commercio - spiega Confcommercio - rappresentano una realtà molto diffusa se si pensa che circa il 35% delle oltre 34 mila nuove imprese con titolare extracomunitario operano in questo settore”. Infine, anche per quel che riguarda la struttura dellR

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