Confcommercio, assunzioni a tempo determinato troppo onerose per le imprese

Confcommercio, assunzioni a tempo determinato troppo onerose per le imprese

 

Una "sovrattassa" da circa 210 milioni di Euro l'anno che pesa su aziende e agenzie per il lavoro ed utilizzati per finanziare la Naspi, la nuova indennità di disoccupazione.

Questa la stima dell’onere, effettuata dalle organizzazioni datoriali le cui imprese aderenti utilizzano in misura maggiore rapporti di lavoro a tempo determinato, derivante appunto dal primo anno di applicazione dell'aggravio contributivo dello 0,5%, che scatta ad ogni rinnovo di questa tipologia di contratto ed introdotto nell'estate 2018 con il Decreto Dignità dal precedente governo Conte.

Tale imposizione, come detto, si aggiunge peraltro all'addizionale dell'1,4% (fissa) che le aziende già versano in caso di utilizzo dei lavoratori temporanei.

Nelle intenzioni del precedente Esecutivo la misura doveva rappresentare un deterrente all'utilizzo reiterato dei contratti a termine ed una spinta a quelli a tempo indeterminato..

Nonostante gli auspici del Governo, l’azione non ha per portato ai risultati sperati  in quanto, i dati di Inps e Istat, evidenziano invece come da luglio 2018 a ottobre 2019, i dipendenti a termine siano aumentati di quasi 60mila unità, dinamica determinata dal maggior ricorso al turn over in quanto, il rinnovo del rapporto con un dipendente, è diventato più complesso e si opta piuttosto per l’assunzione di un altro addetto.

A fronte di tale scenario, Confcommercio sta sollecitando il Governo affinchè vengano introdotti adeguati correttivi al provvedimento in essere che costituisce, di fatto, un’altra tassa per gli operatori economici  e non contribuisce ad un mercato di lavoro più stabile e meno precario.

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