Credito, estate di sostanziale stabilità per il terziario

Scende, di poco, il numero di imprese che ha richiesto risorse alle banche, diminuzione pure della quantità dei prestiti ottenuti per l’imposto domandato e leggero peggioramento delle valutazioni su entità delle garanzie pretese, qualità dell’offerta e costo dei servizi bancari nel loro complesso.

Gli indicatori dell’Osservatorio sul Credito, relativi al terzo trimestre dell’anno, realizzato da Confcommercio ed in collaborazione con Format Research, non hanno comunque palesato variazioni di particolare rilievo.

La campionatura ha interessato 1.536 imprese, di commercio, turismo e servizi, di ogni dimensione ed ubicate nelle quattro macro-aree ( Nord-ovest, Nord-Est, Centro e Meridione/Isole) nelle quali è stato frazionato il Paese. Per una corretta lettura degli indicatori va ricordato che i valori al di sotto i 50 rientrano nell’area negativa ( irrigidimento) mentre, quelli al di sopra, appartengono a quella positiva (espansione).

Analizzando nel dettaglio le statistiche, come anticipato, è sceso, rispetto al trimestre precedente, il numero di aziende (da 22,6 a 22,0 e nel Nord-Est da 23,0 a 22,4) che si è rivolta agli istituti bancari, con un aumento però delle motivazioni finalizzate a sostenere investimenti (da 23,6 a 24,0) e ristrutturazione del debito (da 20,4 a 21,0), piuttosto che  soddisfare esigenze di liquidità di cassa (da 56,0 a 55,0).

Al pari del riscontro afferente il numero di aziende richiedenti risorse, i responsi degli altri indicatori del credito, in termini di indirizzo e percentuali, fra ambito nazionale e macro-aree, Nord Est incluso, è analoga.

Scorrendo le varie voci, si è assistito ad un peggioramento del sentiment degli operatori quanto a garanzie richieste della banche (da 39,9 a 39,2), convenienza dell’offerta nel suo complesso (da 44,0 a 43,3) e costi in generale (da 48,5 a 48,2).

Stabilità invece delle opinioni, rispetto a giugno, sull’onere costituito dai tassi di interesse ( ancorato al 58,0) mentre un certo miglioramento avvertito dagli imprenditori ( da 44,3 a 44,45) ha riguardato la durata del credito concesso