"Decreto Dignità", le preoccupazioni delle categorie economiche

Le misure del Decreto Dignità relative ai contratti a termine, potrebbero pregiudicare il mantenimento del posto di lavoro di circa 1.800 addetti, impegnati nei comparti di commercio, turismo ed artigianato locali. Per Franco Rigutti, vicepresidente di Confcommercio, le nuove disposizioni, che prevedono un abbassamento della durata massima dei contratti (da 36 a 24 mesi) e del numero di proroghe possibili (da 5 a 4), rischiano di penalizzare soprattutto pubblici esercizi ed attività ricettive, settori nei quali i contratti a tempo determinato risultano essere particolarmente utilizzati. Alle perplessità di Confcommercio si affiancano anche quelle di altre associazioni datoriali del territorio, piuttosto critiche sulla normativa voluta dal Governo, in quanto il provvedimento rappresentarà per le imprese un ulteriore onere pure sotto l'aspetto economico.Sia per la complessità delle procedure burocratiche che obbligheranno l'imprenditore a sottrarre tempo alla propria azienda, sia a seguito della necessità di provvedere alla formazione del nuovo personale nel caso fosse impossibilitato a stabilizzare, attraverso un contratto a tempo indeterminato, i dipendenti già in forze.