Grande distribuzione, pace tra Dressi e i commercianti

Ascom e assessore concordi: «Vanno date regole certe che salvaguardino i piccoli»


PORDENONE - L'Ascom rilancia, ma l'assessore non raccoglie. La «palla» è quella dei centri commerciali, della grande distribuzione, fenomeno inevitabile per Sergio Dressi, da regolamentare strettamente per l'associazione dei commercianti di Pordenone. «È preoccupante - dichiara Alvaro Piccinin, presidente del gruppo tessili-abbigliamento dell'Ascom di Pordenone - che l'assessore faccia una drastica scelta di campo affermando che il nuovo, vero futuro del settore è quello della grande distribuzione. In base a quali principi o teorie può affermarlo quando anche in Europa, vedasi la Francia, si recupera il medio e piccolo dettaglio per la rivitalizzazione dei centri urbani e storici?». Nulla da dire. E Sergio Dressi infatti puntualizza: «Sono assolutamente d'accordo». La polemica, a questo punto, scema perché associazione di categoria e assessore regionale convergono sul fatto che è necessario «un equilibrio di funzioni tra grande, piccola e media distribuzione, perché solo in questo modo si può garantire una rete distributiva moderna e concorrenziale sul territorio». Anche sul regolamento, laddove Piccinin ribadisce che l'Ascom «non chiede norme protezionistiche ma la programmazione regionale sul territorio delle grandi strutture». Ma comunque «dobbiamo tenere conto delle disposizioni dell'Ue - rimarca Dressi - e il regolamento che sarà varato, e che sarà frutto del confronto con le associazioni di categoria, non potrà contenere norme che la Ue possa impugnare. Credo che le aziende commerciali di questa regione sarebbero liete se potessimo finanziare in maniera considerevole i loro investimenti. Invece i limiti li ha già posti l'Ue e anche a fronte di una disponibilità di risorse regionali, le norme europee sono quelle che pongono vincoli che non possono essere superati. Sul commercio - ancora Dressi - la nostra regione ha potestà primaria, e quindi può non tenere conto delle disposizioni nazionali. Ma non può, ripeto, derogare da quelle europee». E anche per la grande distribuzione «occorrerà trovare strumenti per la programmazione - aggiunge Dressi -, individuare criteri che reggano l'ispezione pignola della Ue e che non aprano la strada a possibili ricorsi». Certo è che ogni e qualsiasi nuova apertura è destinata a incrociare nei «veti» dell'Ascom se è vero che per l'associazione di categoria il Friuli Venezia Giulia ritiene che «le grandi strutture presenti e programmate sono più che sufficienti, per non dire troppe, rispetto alle esigenze reali dei consumatori e dei tanto declamati turisti».