Le terrazze diventano il business dell'estate

Fanno gola le concessioni - Pioggia di richieste

Passa per Barcola il futuro businnes dell'estate. Sul tratto di mare più amato dai triestini hanno ormai puntato gli occhi un po' tutti. È un boom di richieste per l'utilizzo della riviera: fanno gola sia le licenze commerciali, sia quelle per ottenere una concessione di un tratto di zona demaniale da adibire a bagno privato. Pochi giorni fa la commissione urbanistica del Comune ha dato parere favorevole a un progetto preventivo presentato dal locale «Terrazza a mare», meta delle affollate e calde serate estive, che vorrebbe allargare i propri spazi. Niente cemento, ma una sorta di passerella in legno da costruire sul mare fino alla scogliera prospiciente. Un'idea che, ad ogni modo, non dovrebbe realizzarsi a breve. Non è solo la Barcola by-night, che conta già su diversi luoghi di intrattenimento (chioschi, bar e discoteche), a interessare i privati. Le richieste per ottenere una concessione sull'area demaniale, che dal Bivio di Miramare arriva fino al Castello, continuano ad andare avanti e gli amanti della tintarella gratuita non smettono di raccogliere firme contro la possibile nuova destinazione d'uso. Carta e penna in mano, per una petizione fatta tra gli asciugamani e in costume da bagno dagli habitué delle due terrazzette che precedono il bagno militare. Un'oasi quasi abbandonata (niente docce e una pavimentazione decisamente sconnessa), ma meta quotidiana per centinaia di bagnanti pronti a sfuggire al carnaio del Bivio e della nuova terrazza (ex proprietà dell'Opera universitaria, oggi Erdisu), realizzata e data in concessione all'amministrazione comunale. Su quel tratto di costa la richiesta che ha maggiori possibilità di andare in porto è quella presentata dalla sezione triestina della Lega navale, ospitata nello storico faro della Lanterna. Il presidente, Ennio Abate, rifiuta categoricamente il paragone dell'associazione alla stregua di un club d'élite. Tanto meno intende perseguire fini di lucro e creare un bagno per pochi privilegiati. «La nostra è un'associazione di volontariato, la cui missione statutaria è quella di operare a tutela dell'ambiente marino e di prestare servizi di pubblico interesse - spiega Abate - e quindi è altra cosa rispetto a realtà che operano con intenti di carattere economico». In funzione di queste prerogative la Lega navale ha presentato la richiesta alla Direzione regionale, per realizzare una zona balneare a favore degli sportivi iscritti alle società aderenti alle varie federazioni del Coni (diverse migliaia). Nonché con una funzione sociale e sportiva, quale scuola di nuoto per gli studenti delle scuole elementari e medie. «Nella domanda abbiamo in ogni modo precisato - sottolinea Abate - che l'associazione non ha alcuna difficoltà a generalizzare la frequenza a tutti i cittadini interessati. Quel tratto di costa è da anni lasciato in stato di assoluta precarietà e pericolo, l'abbiamo individuato e concordato a seguito di accertamenti preliminari effettuati con gli uffici competenti». L'ostacolo principale il biglietto d'ingresso, che la Lega navale nelle intenzioni vuole mantenere contenuto, e la chiusura di un'area che molti bagnanti considerano ormai come propria. Solo un intervento diretto del Comune, con il finanziamento di progetto atto a prolungare la terrazza del Bivio fino al bagno militare, potrebbe chiudere il contenzioso.