L’occupazione nel terziario in FVG nel 4° trimestre 2018

Una sostanziale tenuta demografica del terziario, tra il 2009 ad oggi, che non ha fatto registrare assottigliamenti del proprio tessuto produttivo, contrariamente agli altri segmenti che hanno invece evidenziato un passivo piuttosto marcato (-19%).

Questa la prima e più ampia considerazione, in termini di analisi temporale, dell’ultimo Osservatorio dell’Ebiter FVG, realizzato in collaborazione con Format Research, che ha fotografato, attraverso la campionatura di 1.536 aziende, 384 per ciascuno dei quattro ambiti territoriali, i trend occupazionali nel terziario regionale nell’ultimo trimestre 2018.

Restringendo il focus allo scorso anno, in FVG sono nate 5.450 nuove attività, 3984 nel solo terziario, mentre hanno cessato 5.750 unità produttive di cui 3.565 nel segmento analizzato.

Il bilancio complessivo evidenzia pertanto un passivo di – 300 imprese mentre, nel terziario, il saldo è invece positivo (+419).

Spostando momentaneamente l’attenzione sull’anno in corso, per quanto riguarda il lavoro, in questo primo trimestre, il sentiment degli imprenditori interpellati sulla situazione occupazionale nel settore appare globalmente in lieve crescita (da 42,9 a 43,6, con un certo avvicinamento a quota 50 da cui parte l’area di espansione, ovvero positiva).

Tornando al 2018, invece, nonostante il comparto sia stato fonte di assorbimento, almeno in parte, per esuberi di altri settori, il 21% delle aziende ha dovuto intervenire riducendo il proprio organico, per lo più (58% dei casi) agendo sui contratti a tempo determinato e su addetti impegnati a part-time.

Solo il 7% (contro però il 7,7% del trimestre precedente) degli imprenditori, negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, ha invece incrementato il proprio organico, con contratti soprattutto a tempo determinato (75%), seguiti a grande distanza da quelli a tempo determinato (14%), di apprendistato (8%) e di carattere stagionale (3%).

Guardando ai singoli contesti territoriali, alla flessione registrata a Trieste e Udine, (rispettivamente da 9,4 a 5,5 e da 7,5 a 6,7), hanno fatto da contraltare le dinamiche positive di Gorizia e Pordenone (da 4,5 a 7,1   e 8,0 a 9,9).

Nello specifico, le assunzioni sono aumentate dell’1,5 nei servizi, dello 0,6 nel commercio all’ingrosso, dello 0,5 nel turismo e dello 0,2 nel segmento delle vendite al dettaglio.

Il Report evidenzia anche come, nel momento dell’entrata in vigore del Decreto Dignità, dei cui contenuti dispone buona conoscenza solo il 30% dei titolari d’azienda interpellati, il 10% delle imprese del terziario disponeva di dipendenti a tempo determinato e il 75% di queste, successivamente, ha assunto i lavoratori interessati con contratti a tempo indeterminato.

Sul suddetto Decreto, tuttavia, il sentiment è piuttosto improntato al pessimismo in quanto appena il 23 degli imprenditori ritiene che porterà benefici alle aziende (“sicuramente” l’8% e “probabilmente” il 17%), a fronte di un 75% dal giudizio totalmente negativo in quanto, in particolar modo, ravvisa nella misura delle causali troppo rigide (44%) e verosimilmente foriera di una crescita del lavoro nero (40%).