«Non siamo razzisti, ma questi cinesi sono strani»

«La nostra preoccupazione è che questi acquisti siano stati fatti con denaro di dubbia provenienza». Per l'opposizione la mozione è «forzata e inaccettabile»
«Si sono infiltrati tra di noi e hanno acquistato i negozi che abbiamo venduto»
Una radiografia della comunità cinese «alabardata», per conoscerne i numeri, verificarne i flussi migratori, accertarne la capacità contributiva. L'hanno chiesta le forze del Polo della quarta circoscrizione, guidata dal presidente Rocco Lobianco (An), con un documento inviato direttamente al sindaco e agli assessorati competenti. Una mozione passata a maggioranza con i voti di An e Forza Italia di fronte alle contrarietà di Ulivo, Lista Illy e Rifondazione. «Le nostre domande – afferma Lobianco – derivano dalla nebulosa e anomala circostanza relativa al fiorire e svilupparsi di numerose attività commerciali cinesi". Le cifre ufficiali dicono che questa comunità ammonta a circa 336 anime, un numero secondo noi tutto da accertare, pur alla luce di quelle immigrazioni che impediscono di valutarne la consistenza. La cosa che ci lascia perplessi, è constatare come i cinesi, pur rifugiati dalla propria nazione, siano riusciti a fermarsi rapidamente sul fronte del piccolo commercio nel campo della ristorazione, facendo oggi capolino pure nel centro con attività di qualità superiore. Il dubbio è legittimo: se emigri per cercare fortuna, come fai ad acquistare licenze e merci mettendoti in tempi brevi in attività?». «Non siamo né razzisti né xenofobi – ha sottolineato Norberto Fragiacomo (Forza Italia) – Trieste ha accolto con simpatia questa gente, tuttavia desidera avere chiarezza sulla loro presenza e sulla bontà dei loro commerci».
Per Giulia Paola Ruaro (Forza Italia), «i cinesi sono arrivati silenziosamente e si sono infiltrati fulmineamente nel tessuto commerciale, approfittando delle concomitanti difficoltà degli operatori locali. La nostra preoccupazione è che queste facili aperture non siano state effettuate grazie a denaro di dubbia provenienza». Nel documento approvato si accenna inoltre ad alcuni eventi – l'assassinio di un ambulante cinese in Ponterosso nel gennaio del 2001, il sequestro di articoli in vendita nei negozi di Borgo Teresiano da parte dell'antimafia – che avrebbero creato nei residenti del centro preoccupazioni sulla trasparenza delle attività cinesi. «Ragioni più che sufficienti – per Lobianco – per saperne qualcosa in più a beneficio della sicurezza dei triestini». «È una mozione forzata e inaccettabile.
Alcuni episodi negativi non sono certo sufficienti per condannare queste persone – ha affermato Raffaele Dovenna (Rc) – e per mettere sotto accusa una comunità. Anche noi italiani uccidiamo, rubiamo, evadiamo le tasse. In America avevamo esportato "Al Capone", ma non per questo tutti ci identificavano con la mafia. La realtà dice invece che l'Italia non dispone ancora di una legge di accoglienza». Per Aldo Flego (Lista Illy), il documento criminalizza ingiustamente un'operosa comunità. L'accento della mozione doveva invece porsi sul fenomeno dell'immigrazione clandestina."