Trieste, in calo la popolazione

Sono clamorosi, se non inattesi, i primi dati ufficiali del censimento generale resi noti dall’Istat: il comune di Trieste crolla da 231 a 211 mila
In dieci anni la città ha perso ventimila abitanti
Salgono Muggia e Duino Aurisina. La Regione cala dell’1,2%. A Tramonti di Sopra il crollo: -25,6%

Trieste ha perso ventimila abitanti in dieci anni. Sono clamorosi, sebbene non inattesi, i primi dati del censimento generale della popolazione e delle abitazioni resi noti ieri dall’Istat. Va rilevato che questi ultimi riscontri ufficiali si riferiscono all’ottobre 2001, e che in questi ultimi 18 mesi si è verosimilmente verificata un’ulteriore piccola emorragia. Tra l’ottobre 1991 e l’ottobre 2001, la popolazione nella nostra provincia è scesa da 261 mila 825 abitanti a 242 mila 235 abitanti con un calo del 7,5 per cento. Ancor più visibile il crollo all’interno del solo comune di Trieste: da 231 mila 100 a 211 mila 184 (meno 8,6 per cento). Ciò significa che la città perde duemila abitanti all’anno; ogni giorno cioè «spariscano» sei triestini. Alcuni emigrano, ma la maggior parte purtroppo muoiono. Tra cinque anni la città potrebbe segnare un record negativo di rilievo storico passando sotto la soglia delle 200 mila persone come prima della prima guerra mondiale.
Trieste sempre più vuota dunque? In realtà non è così. Proprio il mese scorso, nel corso di un convegno sull’immigrazione, gli esperti hanno stimato all’incirca proprio in ventimila gli stranieri clandestini che in città vivono «nell’ombra». Un numero dunque che andrebbe esattamente a pareggiare e a neutralizzare quello delle perdite stimate dal censimento. Piaccia o no, esaurita già da oltre trent’anni la massiccia ondata di profughi italiani provenienti da Istria, Fiume e Dalmazia, sono ora gli immigrati extracomunitari a proteggere Trieste dal rischio estinzione. I dati dell’ultimo censimento infatti non tengono nemmeno conto delle 5663 domande di regolarizzazione che sono state presentate in provincia in base alla legge Bossi-Fini: 3051 di lavoratori subordinati e 2612 di colf e assistenti agli anziani. Oltre questi però ventimila sarebbero proprio gli irregolari che hanno ritenuto di non sanare la propria posizione né dal punto di vista della legge penale, né da quello assistenziale e previdenziale.
I lavoratori in nero sarebbero impiegati in società edili, ditte di ristorazione, giardinaggio e pulizie. Tra di loro croati, albanesi, africani di vari stati, ma soprattutto serbi. Il personale di sevizio che sfugge alle statistiche conta soprattutto donne serbe, bosniache, romene, ucraine e moldave. Ma quotidianamente la popolazione cittadina è arricchita anche dalle migliaia di c

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