Trieste si ispira a Salisburgo

Il presidente camerale Paoletti ipotizza un nuovo trend dell’offerta commerciale
«Il centro in stile Salisburgo»

Trieste come Salisburgo. Almeno per quanto concerne l’offerta commerciale in centro città. Lo ha preannunciato il presidente della Camera di commercio, Antonio Paoletti, nella giornata di approfondimento sulle nuove strategie distributive rivolte ai consumatori del Centro e dell’Est Europa. «Stiamo per iniziare un monitoraggio di tutto ciò che riguarda la vita dei negozi del centro - ha spiegato - confrontandoli con le richieste dei residenti e della clientela in generale. A Salisburgo in questa maniera hanno raggiunto un valido punto di equilibrio fra esigenze diverse. Contiamo di fare lo stesso a Trieste».
Si è poi parlato di «necessità di modificare l’approccio culturale alla vendita da parte dei negozianti», dell’arrivo «di grandi catene di supermercati che hanno modificato l’assetto complessivo del settore», di «disciplina collettiva in vigore all’interno dei grandi centri commerciali, difficile da raggiungere invece in aree come i centri cittadini, dove ognuno opera scelte in totale autonomia».
L’assessore Sergio Dressi ha dichiarato, a questo proposito, che «il declino del commercio di Trieste è iniziato con la progressiva chiusura del centro storico di qualche anno fa. Il provvedimento è giusto ma andava posticipato rispetto alla realizzazione di un adeguato numero di parcheggi. Chi ha governato Trieste invece - ha concluso - ha cominciato a costruire l’edificio dal tetto e non dalle fondamenta».
Fra le altre relazioni della giornata, in quella di Gianpiero Lugli, dell’Università di Parma, è emersa la netta tendenza degli ipermercati a conquistare progressivamente sempre più ampie fette di mercato, a danno della distribuzione tradizionale. I primi sono passati, negli ultimi 10 anni, dal 4 al 15,5 per cento del totale, la seconda, dal 40 al 20 per cento, risultando di fatto dimezzata.